Orchidee

ORCHIDEE

Quando si pensa alle orchidee di solito ci si immagina foreste tropicali con grandi fiori di colori sgargianti oppure a quelle in vendita nei negozi.

Nel mondo sono conosciute circa 25000 di orchidee, in Europa ne sono state censite 140 specie.

Anche in Italia esistono orchidee e neppure poche.

Infatti le orchidee selvatiche in Italia comprendono 29 generi e 190 tra specie e sottospecie. La quasi totalità di queste specie sono piante sono ipogee (radici sotto terra) molte anche  geofite (bulbose); differentemente dalla gran parte di quelle  tropicali che sono epigee (fuori terra) ed epifite (vivono sugli alberi).

Quanto alle preferenze ambientali possiamo dividere le orchidee  italiane  in quattro gruppi:Quelle che prediligono ambienti umidi come torbiere e paludi; sono quelle in più serio rischio di estinzione per via delle bonifiche e dell'inquinamento.

Un secondo gruppo, più consistente,predilige le praterie alpine dove sono minacciate solo dal bestiame , anche se gran parte di queste orchidee (non rare) fiorisce e fruttifica prima che le mandrie arrivino al pascolo.

Un piccolo gruppo invece predilige i  boschi fitti, come le abetaie e le faggete.

All'ultimo gruppo, il più numeroso che comprende  le specie esteticamente più attraenti, appartengono le orchidee delle nostre colline.

Si  trovano in ambienti erbosi e soleggiati, altre preferiscono ambienti rocciosi, cave abbandonate, scarpate stradali, capanni di caccia o prati aridi. 

Raccomandiamo di non raccogliere le orchidee selvatiche!

L'esistenza di specie rare dipende da una serie di fattori ambientali molto particolari.

Bisogna sapere che le orchidee possono produrre milioni di semi ma solo pochi arriveranno a germinazione infatti il seme delle orchidee selvatiche  ha bisogno di trovare i miceli  di un fungo  del genere Rhizoctonia con cui creare la collaborazione (simbiosi) che permetterà alla piantina  di sfruttare nelle fasi dello sviluppo,le sostanze nutritive elaborate dal fungo.

Segue l'elenco  in ordine di fioritura delle orchidee trovate sulle  nostre colline(a est del monte Maddalena) dal mese di marzo fino a ottobre con l'ambiente prediletto.

Per trovarle ci vuole attenzione e un pizzico di fortuna. Basta poco per mancarle,ed è meglio munirsi di una guida da campo per riconoscerle.

Ophrys sphecòdes, rara, scarpate erbose

Orchis morio , frequente,sui prati collinari

Ophrys insecrtifera, rara, radure

Orchis provincialis, non rara, stesso ambiente

Orchis mascula, frequente,prati collinari e radure

Cephalantera longifolia, frequente, nei boschi

Orchis purpurea, rara, versanti meridionali

Orchis tridentata,rara, versanti meridionali

Ophrys benecensis, rarissima, radure

Limodorum abortivum,rara, versanti meridionali

Himantoglossum adriaticum, rara ambienti  sommitali con  arbusti

Anacamptis pyramidalis , frequente, nei prati aridi dei versanti meridionali

Serapis vomeracea, rara, sui prati aridi dei versanti meridionali

Orchis simia non rara, suim versanti sud da 200 a 500 mt.

Orchis ustulata, rara, Crosàl di Botticino

Opheys apifera, sporadica, colline termofile

Listera ovata, frequente, boschi di latifoglie

Dacttylorhiza fuchsii, frequente, boschi di latifoglie

Platanthera bifolia,  rara, boschi di latifoglie

Epipactis elleborine, non rar, boschi di latifoglie

Spiranthes spiralis,rara, prati aridi

Cephalantera damasonium, non rara,nei boschi

Epipactis muelleri, rarissima, nei boschi di latifoglie.

 

                CEFALANTERA MAGGIORE

La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai delicati fiori bianchi appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.

Etimologia

Il nome del genere (Cephalanthera) deriva dal greco. La prima parte della parola significa “testa” (cephalos), la seconda “antera” (antheros): indica ovviamente la forma del fiore simile ad una testa. Il nome specifico (longifolia) deriva dal latino:longa e folia e fa riferimento alle foglie che sono molto più lunghe che larghe. 
Il termine volgare di “Elleborine” deriva da una certa rassomiglianza con alcuni fiori degli Ellebori. 
In tedesco questa pianta viene chiamata: Schwertblättriges Waldvögelain; in francese in questa pianta viene chiamata:Céphalanhtère à longues feuilles; in inglese questa pianta viene chiamata: Swordleaf-helleborine oppure Narrow-leaved Helleborine.

Descrizione

È una pianta perenne alta da 20 a 45 cm. La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono epifite, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).

Radici

Radici secondarie (carnose) da rizoma.

Fusto

Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un breve rizoma fibroso.

Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie alla base (guaine fogliari). Si presenta sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso fin sotto l'infiorescenza.

Foglie

Foglie basali: le foglie basali sono ridotte a delle guaine attorno al fusto;

Foglie cauline: le foglie cauline sono relativamente numerose (da 6 a 10), tutte con lamina intera e sono disposte in mododistico (a due a due opposte sullo stesso piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti di circa 60 gradi. Sulla pagina fogliare sono presenti fino a 9 nervature longitudinali (parallele) principali che all'apice fogliare sono lievemente ripiegate verso la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più piccole e di forma ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma molto lanceolata e con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più ristrette verso l'alto.

Dimensioni delle foglie: foglie inferiori larghezza 1 – 2 cm, lunghezza 4 – 7 cm; foglie superiori larghezza da 2 a 1 cm, lunghezza da 10 a 15 cm.

Infiorescenza

L'infiorescenza si trova all'apice del fusto ed è del tipo a spiga lassa con 10 - 20 (raramente 30) fiori per pianta. I fiori (di colore bianco candido) in genere rimangono socchiusi, si aprono appena un po' nelle ore più luminose e calde della giornata. Le brattee di protezione sono lunghe la metà o meno dell'ovario e sono di tipo fogliaceo.

Fiori

 fiori sono ermafroditi ed irregolari (zigomorfi), pentacicli ( perigonio a 5 verticilli : 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo) e resupinati (ruotati sottosopra). Dimensione dei fiori: 12 – 18 mm.

Perigonio: il  è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno di forma lanceolata; il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali subeguali e formano uperigoniona specie di elmetto; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) e più corto e quindi seminascosto dai due tepali esterni più lunghi ed appuntiti. Dimensione dei tepali esterni: 15 – 18 mm.Labello: il labello è concavo, privo di sperone ma provvisto di creste (tipo carenature) longitudinali; alle fauci possiede una macchia giallo – aranciata; la parte interna (ipochilo) è concava o sacciforme e larghissima con dei lati rivolti all'insù; quella più esterna (epichilo) è più larga che lunga (cuoriforme) sempre concava mentre l'apice, contrariamente agli altri tepali, è arrotondato. Le due parti (ipochilo e epichilo) sono separate da una profonda strozzatura. Lunghezza del labello: 8 – 9 mm.

Ginostemio: gli stami filamentosi con le rispettive antere (due masse polliniche bilobe) sono concresciuti con lo stilo e formano una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[3]. Lo stigma consiste in una superficie concava e vischiosa localizzata sotto le antere stesse. Degli stami (originariamente due verticilli con 6stami totali in seguito ridotti) solo 1 del verticillo esterno è fertile gli altri sono atrofizzati o presenti in qualità di staminoidi (sono stami che in alcuni casi – altre specie - possono assumere caratteri morfologici petaloidei).

Ovario: l'ovario è subcilindrico, infero, formato da tre carpelli saldati in modo uniloculare; l'ovario inoltre è privo di peduncolo (sessile) ed è resupinato (o contorto). Lunghezza dell'ovario: 13 –15 mm.

Fioritura: da aprile a giugno.

Frutti

Il frutto consiste in una capsula deiscente (si apre per più fenditure) a tre valve contenente numerosissimi minuti semi che il vento può trasportare facilmente (similmente alle spore).

Riproduzione

Impollinazione: i fiori di queste piante sono privi di nettare; ma l'impollinazione avviene ugualmente in quanto i vari imenotteri sono attratti dalla cresta gialla del labello che viene scambiata per stami ricchi di polline (può essere scambiata ad esempio con la parte centrale del fiore  L. (Cisto femmina) che fiorisce più o meno nello stesso periodo e vive negli stessi habitat). L'impollinazione avviene in maniera altamente specifica e non sempre in modo facile per cui il fiore attende a lungo prima di essere fecondato, per questo i fiori delle orchidee durano così a lungo (fino a un mese) anche se recisi.

La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:

per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di  albume).

per via vegetativa in quanto i rizomi possono emettere gemme (dall'ascella di una scaglia radicale) capaci di generare nuovi individui.

Distribuzione e habitat

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico, un areale che va dall'Europa al Giappone.

Diffusione: in Italia è una pianta abbastanza comune. Fuori dell'Italia è presente nel resto dell'Europa (comune in tutta l'estensione del continente anche se alcune nazioni segnalano un certo rischio di estinzione – non è segnalata nelle Alpi Dinariche) e in Asia (zone temperate).

Habitat: l'habitat di questa specie sono i margini dei boschi termofili (non freddi) o radure boschive soleggiate di faggio e quercia, i prati aridi, oppure lungo i sentieri. Il substrato preferito è calcareo o calcareo-siliceo, con pH basico e terreno a bassi valori nutrizionali e piuttosto secco.

Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1400 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano

 

 

                                BARBONE ADRIATICO

Il Barbone adriatico (nome scientifico Himantoglossum adriaticum H. Baumann, 1978) è una pianta erbacea spontanea in Italia, appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.

Etimologia

Il nome generico (Himantoglossum) deriva dal greco fa riferimento alla lunga lingua come un nastro del labello(lingua=”glossa”). Il nome specifico (adriaticum) fa riferimento al suo areale: alto Adriatico e zone europee limitrofe. 
In lingua tedesca questa pianta si chiama Adria-Riemenzunge; in francese si chiama Himantoglosse adriatique.

Descrizione

È una pianta erbacea glabra alta 20 – 80 cm (massimo 1 metro). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.

Radici

Le radici sono secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi.

Fusto

Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi ovoidali e carnosi; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo.

Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice, eretta e robusta. Nella parte apicale è arrossata.

Foglie

Sono presenti sia foglie basali (una decina) a forma strettamente lanceolata e apice acuto, che alcune foglie caulinari. Alla base formano un involucro guainante il fusto. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Lunghezza delle foglie: 5 – 10 cm (massimo 15 cm).

Infiorescenza

L'infiorescenza è una spiga semplice ma allungata e densamente formata da numerosi fiori (una trentina circa). I fiori sono posti alle ascelle di brattee lanceolate ad apice acuminato e lunghe quanto i fiori stessi. I fiori sono inoltre resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 8 – 20 cm.

 fiori sono ermafroditi ed e il loro colore  è verdognolo (verde chiaro) all'esterno, porporino con zone biancastre all'interno; varie parti di questo fiore sono ricche di sfumature e zone punteggiate. Dimensione dei fiori: 30 – 60 mm.

Perigonio: il perigonio  è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali sia quelli esterni che quelli interni (ad esclusione del labello, molto diverso) sono più o meno simili tra di loro a forma ovata e apice ottuso (quelli interni sono più stretti). Sono più o meno conniventi e insieme formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttori (il ginostemio). La parte interna dei tepali è biancastra con strie porporine.

Labello: il labello (pendente) è semplice, ossia non è formato da due parti distinte, ma è trilobato. È senz'altro la parte più vistosa di questo fiore. La parte centrale è nastriforme, allungata (diverse volte la dimensione del fiore), a portamento ondulato (o spiralato) e terminante con due punte ( lacinie di 15 – 20 mm). I due lobi laterali sono meno lunghi ma ancor più attorcigliati. I margini laterali della parte basale del labello sono profondamente crenulati (margini increspati) con i bordi color porpora e la zona centrale bianca a macchie sempre porporine e pubescente. Nel retro, nella parte basale è presente un breve sperone conico-saccato. Lunghezza del labello: 4 – 6 cm. Lunghezza dello sperone: massimo 2 mm.

Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamate retinacolo). I pollinii sono inseriti sul retinacolo tramite delle caudicole e sono racchiusi in una borsicola rostellare ampia e unica. L'ovario, brevemente peduncolato, in posizione infera, è formato da tre carpelli fusi insieme. Inoltre è contorto.

Fioritura: da maggio a luglio.

Frutti

Il frutto è una capsula peduncolata. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.

Riproduzione

La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:

per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra).

per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva).

Distribuzione e habitat

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Mediterraneo.

Diffusione: questa orchidea è diffusa nelle Alpi (province di Brescia, Trento e Bolzano) e nel Land di Vienna; altrove si trova negli Appennini e nelle Alpi Dinariche. Alcuni areali si trovano anche in Sicilia e in Italia meridionale.

Habitat: l'habitat tipico per questa orchidea sono le praterie rase, i prati e i pascoli del piano collinare e montano; ma anche le zone pietrose, i margini erbacei soleggiati dei boschi e le zone ad arbusteti non in ombra. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, terreno con bassi valori nutrizionali e piuttosto secco.

Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a circa 1000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano

 

Flying Duck Orchid, l’orchidea anatra volante

La Flying Duck Orchid deve il nome al suo aspetto, che ricorda quella di una piccola anatra che spicca il volo, con la testa e il becco proiettati verso l’alto e le alta e le ali piegate all'indietro.

Se non siete mai stati nel deserto australiano, è probabile che non l’abbiate mai vista prima. Nonostante i numerosi tentativi di far crescere questa straordinaria specie in un altro luogo sulla terra, la Flying Duck Orchid sembra rifiutare di riprodursi in cattività. A quanto pare, questo perché le sue radici hanno un rapporto simbiotico con la parte vegetativa di un fungo che si trova solo in Australia.

Il fungo protegge il fiore dalle infezioni. Questo, infatti, senza la sua presenza, non dura mai a lungo. Ma anche se volete imbarcarvi alla volta dell’Australia per vedere l’Orchidea Anatra nel suo habitat naturale, il successo non è assicurato. Bisogna osservare molto attentamente per individuarla. Con i suoi 50 centimetri di altezza non è sicuramente il più piccolo fiore del mondo, ma la sua colorazione rossa e viola l’aiutano a mimetizzarsi perfettamente con il suo ambiente, tanto da renderlo quasi invisibile.

Il fiore di questa pianta, dal nome scientifico Caleana major, non riveste solo una funzione estetica, anzi,   svolge un ruolo importante nella sopravvivenza della specie. La sua lunghezza e larghezza sono perfettamente adatte come piattaforma di atterraggio per gli insetti che impollinano questo fiore. Quando atterrano sull’orchidea restano intrappolati. L'unica via d'uscita è attraverso il polline.Madre Natura sa essere geniale, non c'è che dire.