Estinzioni

Il fenomeno delle estinzioni, cioè la scomparsa di una o più specie (sia vegetali che animali) ha radici molto antiche.

Può a prima vista sembrare un  fenomeno dannoso ma se gli esseri viventi che popolano il pianeta di questi tempi esistono  così  come sono è per merito delle estinzioni.

Esse (per qualsiasi motivo siano accadute) hanno infatti reso disponibile degli ambienti (nicchie ecologiche) alle specie superstiti che, grazie a questo,  si sono evolute e cioè si sono adattate al nuovo”spazio” resosi libero e per farlo meglio hanno cominciato a cambiare.

Non starò ora a dire il perché e il percome; basti dire che due grandi forze sono entrate in gioco: l’estinzione e l’evoluzione.

Quindi ogni specie ora vivente è frutto di un antico retaggio ed è  perfettamente adattata al nostro ambiente, o piuttosto ai nostri ambienti.

Il fatto è, che le specie del passato (prima ancora dei dinosauri) si sono estinte lentamente, in milioni o centinaia di anni. Questo è quello che ha favorito i fenomeni di cui parlavo prima.

Ora invece le estinzioni sono repentine; da un anno con l’altro, in molti casi da un giorno all’altro.

Non esagero affatto e seguendo questa pagina vedrete che risulterà chiaro.

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Ordiviciano - Siluriano

E’ la prima grande estinzione di massa!

In un periodo di tempo di pochi milioni di anni, probabilmente a causa di imponenti glaciazioni, il livello marino si abbassò drasticamente causando l'estinzione di molte specie marine, in particolare quelle residenti nei fondali bassi e nelle acque calde. Depositi glaciali di questo periodo sono stati trovati persino in prossimità dell'Equatore, nel deserto del Sahara, suggerendo un drastico raffreddamento del clima mondiale. Si pensa infatti che, a causa della deriva dei continenti, il supercontinente Gondwana, transitando vicino al Polo Sud dell'epoca, sia stato oggetto di una prolungata glaciazione. Gli impulsi glaciali furono almeno due, separati tra loro da circa 500.000-1.000.000 di anni, durante i quali il livello del mare risalì rapidamente. Si stima che l'estinzione abbia riguardato circa l'85% delle specie allora esistenti tra invertebrati e pesci primitivi.

Secondo una recente ipotesi, avanzata dal Prof. Adrian L. Melott dell'Università del Kansas, questa estinzione di massa sarebbe stata causata da lampi di raggi gamma dovuti all'esplosione di una supernova relativamente "vicina" (qualche migliaio di anni luce) particolarmente massiccia, che avrebbe causato gravissimi squilibri nella catena alimentare e nel clima.

I periodi Ordoviciano-Siluriano  fanno parte dell’era Paleozoica (o era Primaria) che copre un periodo che va da 542 milioni di anni fa a 254 milioni di anni fa  per una durata di 288 milioni di anni e che  è compresa fra l’era  Archeozoica e l’era Mesozoica ed è caratterizzata da un forte sviluppo della vita vegetale ed animale.

E’ compresa nell’eone  Fanerozoico che va da 600 a 225 milioni di anni fa.

 

  • Trilopide olenoedis
  • Anomalocaris
  • Termisiocaris borealis
  • Orthoceras
  • Pentecopterus decorahensis
  • vegetazione del siluriano

Devoniano superiore

Nella scala dei tempi geologici, il Devoniano superiore rappresenta l'ultima delle tre epoche o serie stratigrafiche in cui è suddiviso il Devoniano, che a sua volta è il quarto dei sei periodi in cui è suddivisa l'era del Paleozoico.

Il Devoniano superiore è compreso tra 385,3 ± 2,6 e 359,2 ± 2,5 milioni di anni fa (Ma), preceduto dal Devoniano medio e seguito dal Tournaisiano, il primo piano del successivo periodo Carbonifero.

Durante il Devoniano superiore fecero la loro apparizione i primi Tetrapodi.

Il Devoniano superiore è suddiviso in due piani stratigrafici:

Famenniano: da 374,5 ± 2,6 a 359,2 ± 2,5 milioni di anni fa (Ma)

Frasniano: da 385,3 ± 2,6 a 374,5 ± 2,6 milioni di anni fa (Ma)

Al passaggio Frasniano-Famenniano si verificò un'estinzione di massa, chiamata evento Kellwasser che interessò una percentuale stimata in circa l'82% delle specie viventi. Anche se alcuni ricercatori suggeriscono come causa dell'estinzione alcuni impatti asteroidali, non dovrebbe in realtà essersi trattato di un evento improvviso in quanto le estinzioni si svilupparono durante un periodo di circa 3 milioni di anni. In Brasile sono stati trovati depositi glaciali relativi a questo periodo.

  • Nautilus
  • Stethacanthus
  • pteraspis
  • Bothriolepis
  • dunkleosteus
  • Paesaggio del devoniano
  • Meganeura monyi
  • Eusthenopteron
  • Acanthostega
  • Cameroceras
  • P.Kirktonensis
  • Holoptychius
  • Celacanto
  • Proterogyrinus
  • Arthropleura armata
  • Tiklaalik roseae
  • Mesothelae
  • Cyathea australis
  • Trilobites

Permiano - Triassico

Estinzione di massa del Permiano-Triassico

L'estinzione di massa del Permiano–Triassico (P–Tr), detta anche estinzione del Permiano, nota informalmente in inglese anche come il Great Dying (la Grande Morìa in italiano), fu un'estinzione di massa  che avvenne circa 251,4 milioni di anni fa, facendo da limite tra il periodo geologico Permiano e Triassico.

Fu il più grave evento di estinzione di massa che si sia mai verificato sulla Terra, con la scomparsa del 96% delle specie marine e del 70% delle specie di vertebrati terrestri; fu l'unica estinzione di massa nota di insetti. Si è stimato che si estinsero il 57% di tutte le famiglie e l'83% di tutti i generi. Poiché andò persa così tanta biodiversità, la ripresa della vita sulla Terra fu un processo molto più lungo rispetto ad altri eventi di estinzione di massa. Questo evento è stato descritto come la "madre di tutte le estinzioni di massa".

Oltre ai rettili si estinsero anche molte specie di terapsidi  che furono rettili mammalomofri (simili ai mammiferi).

Lo schema dell'estinzione è ancora in discussione, dato che studi differenti suggeriscono da una fino a tre fasi diverse. Sono stati proposti svariati meccanismi per spiegare le estinzioni; il primo picco fu probabilmente dovuto ad un cambiamento ambientale graduale, mentre quello o quelli successivi furono probabilmente dovuti ad un evento catastrofico. Alcuni scenari possibili per questi picchi successivi includono collisioni con oggetti astronomici, un aumento dell'attività vulcanica, o l'improvviso rilascio di idrati di metano dal fondo marino acidificandolo; i cambiamenti graduali includono il mutamento del livello del mare, un'anossia (impossibilità di usare l’ossigeno), un aumento dell'aridità, ed una modifica della circolazione delle correnti oceaniche in seguito al cambiamento climatico.

  • Helicoprion
  • prinisuchus
  • Dinogorgon
  • Estemmenosuchus
  • Dimetrodon
  • Pareiasaurus
  • Panorama Permiano
  • Inostrancevia Gorgonopsid
  • Lysrosaurrs
  • Ginkgo-Biloba
  • Foresta del Permiano
  • Gorogonops
  • Tetraceraptops

Triassico

  • Triassico
  • Tanystrofeus
  • Arcosaurus
  • Ticinosuchus e nothosaurs
  • Nothosaurus
  • Mososaurus
  • Desmatosuchus
  • Triassico panorama
  • Plateosaurus
  • Coelophysis

Triassico - Giurassico

Questa imponente estinzione di massa è avvenuta alla fine del periodo Triassico, circa 203,4 milioni di anni fa, con profonde influenze sulle forme di vita terrestri e marine. Fu la responsabile delle scomparsa di 70 famiglie di organismi terrestri e di circa 60 famiglie (tutti gli esseri viventi di  specie affini) di organismi marini.

 Nel mare scomparve l'intera classe dei conodonti, e il 34% dei generi marini. Sulla terra si estinsero tutti i Pseudosuchia (arcosauri non dinosauri) ,tranne i Crocodylomorfa, e i pochi terapsidi (mammalomorfi) ancora esistenti e gran parte degli anfibi. In pratica il 66% delle specie viventi e l'80% dei bivalvi.

Questo insieme di eventi avvenne in meno di 150000 anni, circa 20 milioni di anni prima della formazione della Pangea.

I reperti paleobotanici lasciano intuire che alla fine del Triassico vi furono innalzamenti sia nelle temperatura globale che del livello di   diossido di carbonio: le piante europee superstiti  (ne rimasero meno del 5%) avevano foglie piccole e strette di forma lobata o digitata, tutti caratteri tipici di condizioni climatiche calde mentre lo scarso numero di stomi suggerisce elevati livelli di diossido di carbonio atmosferico.

Molte sono le ipotesi sulle cause di questa estinzione di massa, ne riportiamo tre:

la prima  argomenta   la caduta di un  gigantesco asteroide nel Quebèc in quello che oggi è il lago Manicougan è ora sempre meno probabile.

La seconda adduce l'aumento dell'attività vulcanica. La terza potrebbe essere la massiccia oscillazione del livello marino, i dati indicherebbero una grande “caduta”del livello marino con la conseguente estinzione degli animali marini.

Insomma le cause sono poco chiare ma si spera vcol tempo di riuscire a dare una risposta plausibile.

Estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene

L'estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene, detta anche estinzione di massa cretaceo, è una drammatica riduzione nel numero delle specie viventi sulla Terra, avvenuta circa 65,95 milioni di anni fa, ritenuta una delle maggiori estinzioni faunistiche verificatesi durante il Fanerozoico (seconda era delle due ere della scala geologica), che hanno portato alla scomparsa di circa il 70% delle specie marine esistenti e delle specie continentali; il 76% delle specie animali e vegetali e di tutti i dinosauri. Oltre ai dinosauri terrestri scomparvero gli Pterosauri dai cieli e gli ittiosauri dai mari (in verità già prossimi all'estinzione), i pliosauri e quasi tutti i rettili marini (come i Mosasauri) tranne i coccodrilli e le tartarughe  (di cui però sopravvissero solo le specie più piccole). Si estinsero anche altri gruppi animali come le ammoniti, le belemniti, gran parte dei foraminiferi planctonici e si verificò una forte riduzione del nanoplacton calcareo. Anche per i mammiferi e gli uccelli, e tutti i sopravvissuti,  fu  un evento particolarmente traumatico. Cladi con una diffusione cosmopolita si ridussero a base continentale, o locale, molte delle specie e dei generi più grandi e specializzati di mammiferi. Si estinsero integralmente gli Enantiorniithes (che raggruppavano ben più di metà delle specie di uccelli esistenti allora, molto diversificati) e gli Hesperornithes (specializzati nella vita acquatica). In Nord America, nei letti fossili di Hell Creek, per esempio, metà delle specie di multibercolati e tutte quelle note di marsupiali si estinsero. In Asia i multibercolati arrivarono vicini al tracollo, i Deltatheroidea, grossi mammiferi affini ai marsupiali, tra cui si annoveravano alcuni dei più grandi e specializzati mammiferi del Mesozoico, si estinsero completamente. In ambito continentale le specie che basavano le loro reti trofiche (reti alimentari) sul materiale in decomposizione subirono un tasso di estinzione relativamente ridotto. Nonostante le reali cause dell'estinzione di massa siano ancora sconosciute, sono state formulate diverse ipotesi.

Nel 1979, il premio Nobel per la fisica Luis Alvarez, suo figlio Walter e Frank Asaro misurarono in alcuni livelli geologici, risalenti al limite K-T (abbreviazione per Cretaceo-Terziario), alcuni campioni di roccia vicino a Gubbio in Italia, più precisamente presso la Gola del Bottaccione, la presenza di una concentrazione insolita di iridio, elemento chimico piuttosto raro sulla Terra ma comune nelle meteoriti. Essi avanzarono, pertanto, l'ipotesi che l'estinzione di massa fosse stata provocata dall'urto con un meteorite.Soltanto all'inizio degli anni novanta , venne scoperta un'enorme struttura circolare sotterranea, il, situata nella penisola dello Yucatán, vicino alla città di Puerto Chicxulub, presso  in  Merida in Messico. Lo studio di questo cratere ha portato alla conclusione che il meteorite che avrebbe colpito la Terra alla velocità stimata di 30 km/s, avrebbe avuto un diametro di almeno 10 km e avrebbe liberato un'energia pari a 10.000 volte quella generabile da tutto l'arsenale nucleare ai tempi della guerra fredda.
Altri  ricercatori , ritengono che l'impatto del meteorite sarebbe avvenuto almeno 300.000 anni prima dell'estinzione dei dinosauri. Secondo loro la fine dei grandi rettili fu causata, invece, da una serie incredibilmente violenta di eruzioni vulcaniche avvenute nel Deccan , una regione dell'India. Queste enormi eruzioni avrebbero provocato quegli sconvolgimenti climatici che determinarono l'estinzione di massa. L'enorme quantità di gas, e altre sostanze emesse dai vulcani, avrebbero provocato, quasi sicuramente, gli effetti che oggi i paleontologi possono osservare nelle rocce sedimentarie risalenti a circa 65 milioni di anni fa.

In conclusione ancora una volta esistono almeno due teorie sulla causa di quest'ultima grande estinzione: un meteorite nello Yukatan e un grande eventi o vulcanico nel Deccan. La questione è ancora aperta.

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