Arbusti

                                           SCOTANO

Cotinus coggygria Scop., conosciuto comunemente come "scotano" o "albero della nebbia" o, a Trieste e dintorni, come "sommacco" è un arbusto appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae.

Descrizione

Le sue foglie sono ovali, ottuse, di colore verde chiaro, ed in autunno, prima di cadere, assumono colori vivaci. Il fiore è in realtà una infiorescenza simile a quella di un grappolo d'uva, ma con portamento eretto, non diretto verso il basso come nella vite, dove ogni racemo porta un gruppetto di fiorellini insignificanti di colore panna-giallino. L'elemento fortemente ornamentale di questa pianta, in realtà, oltre al bellissimo fogliame sono i "frutti" che, passata la breve fioritura, formano una specie di pennacchio, setoso, piumoso, lungo 15 - 25 cm, con peli inizialmente violetto chiaro e poi color porpora, tendenti al marrone verso la maturazione completa, che danno un'apparenza di leggerezza a tutto l'insieme.

Distribuzione e habitat

Ama i climi continentali, ma cresce bene anche nei paesi mediterranei, fino agli 800 m s.l.m. di quota, purché siano rispettate le sue condizioni ottimali.

Comune sulle colline interessate dal Sentiero del Carso Bresciano.

Usi

Questa pianta che può raggiungere i 2,50 m di altezza, viene impiegata ottimalmente o come esemplare isolato, oppure a gruppi che nelle stagioni in cui è in piena vegetazione formano delle fitte, ma allo stesso tempo leggiadre "quinte" a causa dei generosi pennacchi che conferiscono all'ambiente un aspetto "nebbioso", ma contemporaneamente "allegro".

Un tempo raccolto e ridotto in polvere serviva nell'ambito della conciature delle pelli, specie dai monaci colombaniani delMonastero di Bardolino che furono i primi a utilizzarlo. Nella provincia di Pesaro-Urbino, tra i comuni Montefabbri e Mombaroccio, si trova il convento francescano di Santa Maria di Scotaneto, dagli arbusti di Scotano che sono in gran numero nel colle e nel convento, poi detti del Beato Sante, dal frate che ci abitò. Era utilizzato per la concia anche in Sicilia, dove fu Giacinto Carini a introdurre la macchina a vapore per la sua mondatura.

 

Pistacia terebinthus

Il terebinto (Pistacia terebinthus L., 1753) è un arbusto deciduo della famiglia delle Anacardiacee. Arbusto molto ramoso a corteccia bruno-rossastra. Le foglie sono caduche, lunghe 10-20 cm. compresso il picciolo,coriacee,aromatiche e imparipennate,composte da 9 (3-7)foglioline ellittiche o lanceolate, lucide superiormente, più chiare e opache inferiormente;la fogliolina terminale è più piccola delle altre. La fioritura avviene da aprile a giugno. I fiori piccoli, unisessuali,di colore bruno o verdastro, sono raccolti in pannocchie terminali. I frutti maturano tra settembre e ottobre e sono drupe ovoidali (6X7 mm.) dapprima verdastre e rosse a completa maturazione.

Ambiente e distribuzione

Predilige i pendii aridi, le rupi calcaree, i boschi termofili. Si spinge fino a 900 m. di altitudine . le nostre zone ne costituiscono il limite settentrionale.

Usi

Il legno bruno, venato, pesante, compatto e omogeneo veniva utilizzato per lavori di tornitura perché si presta ad essere levigato. • Le bacche, seppure molto piccole, sono commestibili ed il seme ricorda gusto e colore del pistacchio. I grappoli di bacche, conservati sotto aceto come i capperi oppure nel sale come le olive, venivano considerati il cibo dei poveri ed avevano anche la fama di essere afrodisiaci. Si utilizzano anche per aromatizzare le carni • Le galle indotte su questa pianta dagli afidi Pemphigus cornicularius e P. semilunarius sono fonte di tannini e venivano utilizzate per conciare le pelli. Inoltre venivano usate anticamente in Spagna per produrre un vino astringente utilizzato per "fortificare le gengive". Recentemente è stato estratto da queste galle un triterpene ad azione antiinfiammatoria Sia gli Egizi che i Greci conoscevano una resina ottenuta dalla corteccia del terebinto detta Trementina di Chio. Dalla fine di luglio fin verso la fine di settembre, nell’isola greca di Chio, venivano praticati tagli nei tronchi dei vecchi terebinti per raccogliere questa resina considerata fino al 1770 un buon balsamo naturale. È sempre stata una delle resine più rare e pertanto molto ricercata soprattutto contro la calcolosi.

  • Pistacia terebinthus
  • terebinto
  • terebinto
  • corteccia terebinto
  • galle su terebinto
  • infinfinfiorescenza su terebinto
  • Pistacia terebinthus
  • Pistacia terebinthus infiorescenza

Ruscus aculeatus

Il Pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un basso arbusto sempreverde con tipiche bacche rosse, appartenente alla famiglia delle Ruscaceae.
Caratteristiche
Il pungitopo, o pugnitopo, nome volgare del Ruscus aculeatus, comune nella macchia mediterranea, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvisto di cladodi, fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti, che maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte grosse come ciliegie. È specie indicatrice di mediterraneità, costituendo una delle componenti del sottobosco delle pinete e delle leccete.
Usi
Il pungitopo viene coltivato come pianta ornamentale, soprattutto come decorazione durante le feste natalizie.
I germogli di pungitopo, dal gusto amarognolo, talora noti come "asparagi selvatici", raccolti da marzo a maggio, vengono utilizzati in cucina a mo' di asparagi, lessati per insalate, minestre e frittate.
Nella medicina popolare, per le doti diuretiche che possiede, è usato nella “composizione delle cinque radici”, insieme al prezzemolo, al sedano, al finocchio e all’asparago.
Tra i componenti principali del rusco vanno citati i flavonoidi con il rutoside. È proprio quest'ultimo ad essere indicato e definito come vitamina P (cioè con caratteristiche simili), e quindi indicato per aumentare la resistenza delle pareti dei capillari. Quindi, il suo utilizzo principale è nella terapia delle varici venose, delle emorroidi, delle flebiti. La pianta viene indicata anche come antinfiammatorio, diuretica e antireumatica.Abitualmente il rusco viene prescritto per via orale, tramite il decotto.


Altre curiosità


I semi, opportunamente tostati, venivano un tempo impiegati come sostituti del caffè.
Il nome fa riferimento al fatto che anticamente veniva messo attorno alle provviste, per salvaguardarle dai topi. Con l’espressione “pungitopo maggiore” si intende comunemente l’agrifoglio.
Il Ruscus aculeatus  fa parte della flora spontanea protetta della Regione Lombardia, nella provincia di Brescia ne è consentita la raccolta in un massimo di sei esemplari per raccoglitore.


 

  • Ruscus aculeatus
  • Ruscus aculeatus
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  • fiori di pungitopo
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  • pungitopo nella neve
  • pungitopo
  • Ruscus aculeatus fiore
  • Ruscus aculeatus
  • Ruscus aculeatus bacca

Viburnum lantana

Viburnum lantana è una specie di arbusto della famiglia delle Caprifoliaceae (Adoxaceae secondo la classificazione APG), diffuso nel centro e nel sud dell'Europa. In Italia vegeta nelle regioni dell'Italia centro settentrionale fino a 1000 metri

 

Descrizione


È un arbusto molto ramificato alto fino a 5 m, a fogliame caduco. Le foglie sono ovali,  ellittiche, a margine dentato, pelose e cordate alla base, lunghe circa  5/12 mm.. I fiori riuniti in corimbi o cime ombrelliformi sono piccoli di colore bianco riuniti in infiorescenze piane a forma di pseudo corimbo, costituite al massimo da sette peduncoli principali.
Le gemme invernali sono prive di squame e coperte da una corta e fitta peluria giallognola
I frutti sono grappoli di drupe appiattite inizialmente rosse e poi nere che possono permanere fino all'inverno.


Ambiente


Vive in boschi termofili, specialmente ai margini e in zone assolate. Predilige suoli calcarei, ricchi di Sali, caldi d’estate ma non troppo aridi. Si trova nei boschi radi e nei boschetti battuti dal sole. La fioritura è precoce, avviene spesso già in marzo a bassa quota.


Utilizzo


I lunghi rami pieghevoli, una volta, venivano usati per legare al posto degli spaghi.

Curiosità

Nel dialetto bresciano la pianta viene chiamata “merda de gàt” pare per il caratteristico odore delle infiorescenze  e delle bacche.

  • Viburnum lantana
  • Viburnum lantana fiori
  • bacche di viburno semi mature
  • Viburnum lantana frutti
  • Viburnum lantana infiorescenza
  • viburno foglie
  • Viburnum lantana appena fiorito
  • viburno foglie apicali
  • Viburnum lantana con bacche
  • Viburnum lantana fiorito
  • Viburnum lantana foglie e bacche